Storia dei GAAP

Gruppi Anarchici d’Azione Proletaria. Le idee, i militanti, l’organizzazione.

Vol. 1 Dal fronte popolare alle “Legge truffa”: la crisi politica e organizzativa dell’anarchismo, 2017, pp. 776, euro 40,00

Vol. 2 Dalla rivolta di Berlino all’insurrezione di Budapest: dall’organizzazione libertaria al partito di classe, 2018, pp. 784, euro 40,00

a cura di Franco Bertolucci

BFS edizioni- Edizioni Pantarei, Pisa-Milano

I Gruppi Anarchici d’Azione Proletaria (GAAP) furono un raggruppamento comunista libertario, classista, consiliarista, rivoluzionario e internazionalista che operò tra il 1949 ed il 1957. I suoi esponenti, inizialmente attivi militanti della Federazione Anarchica Italiana (FAI), ne presero progressivamente le distanze dopo aver condotto una battaglia interna principalmente sui temi dell’organizzazione, della sua forma e della sua sostanza; sulla necessità della presenza dell’anarchismo nella lotta di classe; contro l’atteggiamento, giudicato testimoniale e residuale, di molti. Le loro proposte e il loro attivismo furono letti esclusivamente in chiave di attacco e di critica del ’vecchio’ movimento da parte della componente più tradizionalista, reduce dall’esilio e dal confino, dalla lotta antifascista internazionalista, sostanzialmente legata ad un’altra epoca di lotte e incapace di rapportarsi nel nuovo contesto contrassegnato dalla dura contrapposizione tra i due fronti contrapposti (USA e URSS). Una battaglia che assunse toni aspri e finì con l’allontanamento di quelli che ormai avevano costituito i GAAP dalla FAI, con l’accusa di autoritarismo, centralizzazione, classismo marxista, intolleranza.

Di là delle polemiche di allora e della durezza dei termini, si può dire oggi che la storia dei GAAP è la storia di un tentativo di uscita non tanto e non solo da una tradizione politica, come quella anarchica, ma da una concezione e da una pratica di una sinistra particolaristica e settaria frutto della frammentazione di cui fu vittima il movimento socialista, a partire dalla morte della Prima Internazionale. Il tentativo dei GAAP, su spinta principalmente di Masini e di Cervetto, fu quello di costruire qualcosa di organizzativamente e politicamente ’nuovo’ in sintonia con i tempi, con le mutate condizioni sociali e politiche a livello internazionale. Per fare questo occorreva un’organizzazione di quadri, ben formati e coesi, inseriti nei vari contesti sociali per orientare e fare proselitismo, pronti anche, nella loro fase conclusiva, alla partecipazione alle elezioni per dare una ’caratterizzazione rivoluzionaria’ al voto dei lavoratori.

Sconfitti nel tentativo di trasformazione della FAI, ripiegarono nella ricerca di solidali nelle altre formazioni della sinistra ’eretica’, antistalinista, invisa al PCI, come il Partito Comunista Internazionalista ’Battaglia comunista’, i Gruppi Comunisti Rivoluzionari aderenti alla IV Internazionale, i Gruppi d’Azione Comunista di Seniga e Raimondi che erano stati espulsi dal PCI, con l’obiettivo di dare vita ad un partito nuovo, né anarchico, né bolscevico, né tantomeno socialdemocratico, bensì comunista libertario, operaio e rivoluzionario in grado di attrarre a sé i delusi dal Partito Comunista di marca stalinista.

Con l’insurrezione ungherese del 1956 ed il dibattito sviluppatosi all’interno di PCI e PSI, della CGIL, parve che si potesse raccogliere quanto si era seminato precedentemente forzando sulla costruzione del soggetto unitario, ma prevarranno le logiche identitarie, le diverse impostazioni teoriche e soprattutto l’incapacità dei vari leader di abbandonare il proprio ’ponte di comando’. Solo la Federazione Comunista Libertaria (il nome assunto successivamente dai GAAP) ed Azione Comunista si scioglieranno per costituire il nuovo soggetto: il ’movimento della sinistra comunista’. Esperienza che durerà ben poco e che, con l’evidenziarsi di contraddizioni non risolte, si esaurirà portando i protagonisti a battere strade diverse e contrapposte: Masini entrerà nel PSI per contribuire al tentativo di sganciarlo dal frontismo con il PCI, Cervetto porterà all’estremo gli elementi costitutivi ed organizzativi dei GAAP, dando vita con altri sodali ad un’organizzazione centralista, monolitica, gerarchica di tipo bolscevico che prenderà il nome di ’Lotta Comunista’, il ’partito scienza’, altri rientreranno nel movimento anarchico, altri ancora parteciperanno alla nascita di partiti maoisti.

Ricordare e documentare la storia e la vicenda politica ed umana dei GAAP, è lo scopo della trilogia in corso di pubblicazione per opera di BFS edizioni (Biblioteca Franco Serantini) e di Edizioni Pantarei, a cura di Franco Bertolucci, all’interno della Collana Quaderni RSA diretta da Maurizio Antonioli.

Al momento ne sono usciti i primi due, ponderosi, volumi; il primo di 776 pagine, nel 2017, Dal fronte popolare alla “Legge truffa”: la crisi politica e organizzativa dell’anarchismo; il secondo di 784 pagine, nel 2018, Dalla rivolta di Berlino all’insurrezione di Budapest: dall’organizzazione libertaria al partito di classe. Due volumi che contengono gli atti e i documenti prodotti nel corso dell’attività dell’organizzazione, accompagnati dalle ampie introduzioni dello stesso Bertolucci che ricostruiscono con attenzione il contesto sociale e politico dell’epoca, mentre il terzo riguarderà la biografia di quanti operarono in essa e ad essa guardarono con simpatia.

La domanda che ci si può porre è il motivo per il quale a distanza di più di sessant’anni si senta il bisogno di una pubblicazione così ampia su un’esperienza di fatto molto limitata nel tempo e riguardante un settore sostanzialmente ridotto di militanti.

Una risposta la si può trovare nella nota editoriale a firma di entrambe le due editrici laddove viene rivelato che la pubblicazione dell’ingente mole di materiale nasce dall’impegno assunto dalla Biblioteca Franco Serantini di Pisa con Pier Carlo Masini, al momento della donazione del suo ricco archivio nel 1994, del riordino e della messa a disposizione dopo dieci anni dalla sua morte – avvenuta nel 1998 – di tutti i documenti relativi all’esperienza della quale lui era stato il principale animatore. Conoscendo Masini e la sua cura nell’archiviare anche la pur minima corrispondenza si può capire come si sia arrivati ad avere a disposizione una così ricca documentazione tale da soddisfare il lavoro di ricerca di quanti vogliano approfondire la storia di quel periodo.

Ma non penso che ci si debba limitare a questo. Una seconda risposta la si può trovare nella volontà di indagare più a fondo su un periodo che si ritiene ancora non sufficientemente studiato della storia del movimento anarchico e di opposizione, quello che va dalla fine del secondo conflitto mondiale ai primi anni ’60. Già vari studi sono apparsi in questi anni riguardanti proprio quel periodo, sia pure all’interno di lavori più complessivi, ma rimanendo in un’ottica militante oppure aventi una caratterizzazione particolaristica, settoriale.

Sicuramente, con l’estesa documentazione che offrono, questi volumi sulla storia dei GAAP permettono una ricostruzione di una vicenda che non riguarda esclusivamente il movimento anarchico ma coinvolge, nei suoi sviluppi, chi, a sinistra del PCI, rimaneva su un versante di rottura rivoluzionaria dell’ordine esistente.

Inoltre riportando la vivacità e la passione del dibattito politico dell’epoca, come pure le esperienze di lotta e l’esistenza di raggruppamenti trascurati o cancellati dalla storia ’ufficiale’, dominata dai partiti maggiori dell’arco parlamentare (soprattutto di quello comunista), orientata a presentarsi come unici attori della lotta politica e sociale nel paese, questi volumi permettono ai lettori di avere un quadro più preciso di una fase particolare della vita del movimento operaio e libertario.

Massimo Varengo

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